Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

venerdì 30 settembre 2011

Penso

Penso al tuo sonno
un dormiveglia
che dorme
inquieto.
Penso ai tuoi passi
sonnambuli equilibri
su strade interrotte.
Ed io,
trascendente ed invisibile
dama distratta,
appartengo
al domani
che mi negasti.

Vincenza Fava

Silenzio

Silenzio dell'acqua
per parlare agli alberi.
Silenzio del cielo
per appendere un amore
e rotolarlo
sulle strade
del mondo.
Senza odio
senza inganno
le tue braccia
mi parleranno ancora
nel silenzio della voce.

Vincenza Fava

giovedì 29 settembre 2011

Non chiedermi

Non chiedermi
dove, come e quando
finirò di demolire
questo castello.
L'agghiacciante sorpresa
di dimenticare
l'ho appresa da te,
candido delfino
che scivoli in acqua
e continui a giocare
deridendo
il mio sguardo,
la mia attesa smorta
che sfianca il desiderio.
Non chiedermi
dove, come e quando
potrò essere di nuovo libera
dai lacci del tormento,
sconfinato amore
che spendi il cuore
in bolle d'aria
nutrendoti
della mia linfa
che più
non sprecherà parole
per osannare
la chimera
del tuo cuore.

Vincenza Fava

Eri triste

Eri triste.
Ti ho visto piangere
nella notte.
Mentre accompagnavo
il canto del sonno
lungo il fiume,
ho visto le tue lacrime
bagnare la luna.
Scendevano ali di vento
a coprire il tuo volto
sul lembo dei pensieri.
E Dio ascoltava
il rumore del tuo pianto
che ha lasciato il sale
sugli occhi
della mia pelle.

Vincenza Fava

Escoriazioni

Sono queste escoriazioni voluttuose del tempo che emanano un odore mellifluo, basta osservare le facce, i volti di chi ti guarda sorridendo senza sapere che cosa tormenta la tua insoddisfazione. Sono le escoriazioni di una luna pallida che presto annuirà alla notte e non scenderà nelle tue stanze a consolare il buio che vaga nel tuo letto. Sono semplici escoriazioni di pelle, quando cadi e non hai la forza di rialzarti e sulle ferite, spasmi di fumo che investono la tua angoscia. Su tracce imperfette, su escoriazioni mutevoli nel mutamento che nuota nel mare di tutti, oceano di vacuità infinita.

Vincenza Fava