Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

sabato 23 aprile 2016

Peccatores mundi







«E mi dica, carissima fedele, quando è stata l’ultima volta che ha fatto l’amore con suo marito?» chiedeva sempre Don Serafino alla signora che lo sbirciava vergognosa dalla grata del confessionale. Quella domanda era ormai un rito, come il sorso di vino dal calice benedetto: tutte le donne sposate del piccolo paese di provincia sapevano a cosa andavano incontro quando decidevano di concedere gli angoli bui della propria coscienza a quel sacerdote austero, impeccabile nelle omelie, paterno nell’ascolto, ma ossessivo negli interrogativi. A certe domande alcune tacevano, recitavano frettolosamente un atto di dolore e poi fuggivano da quello spazio claustrofobico, buio e inquisitorio senza essere mondate dei propri peccati, altre rispondevano, confessavano semplicemente la verità e aspettavano la tanto desiderata assoluzione: «Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen». Dopo una giornata faticosa dedicata alla celebrazione della Messa e all’ascolto attento dei peccatores mundi , don Serafino se ne tornava soddisfatto a casa dove l’attendeva una cena squisita preparata da Mariuccia la sorella ormai anziana sulla settantina, di circa cinque anni più grande di lui. La loro convivenza andava avanti ormai da venti anni dopo che la donna, rimasta vedova e senza figli, aveva deciso di prendersi cura di quel fratello esemplare, grande saggio ai suoi occhi, dispensatore di verità indiscutibili alle sue orecchie. Ogni sera leggevano insieme un passo della Bibbia e Maria si faceva spiegare dettagliatamente il significato delle sacre parole pronta ad aderire con tutto il cuore alla missione della sua vita per avere un posto in paradiso, certa che, con la vicinanza di un fratello di quel calibro, avrebbe superato ogni difficoltà e tutte le prove demoniache dell’esistenza.


Vincenza Fava dal racconto Peccatores mundi