La mattina mi s-compone,
ha due occhi di vetro,
ferite di aspro limone
da in-zuccherare
con un semplice nodo al collo
di augurata fam-elica fortuna.
Restano i passi del sole
nel buon-giorno delle ore
per gu-stare la in-tenera tenerezza
di un letto dis-fatto.
E un morbido sgangherato pasto
senza fasto
senza coltelli rac-colti sulla nuca
o in-utili spargimenti
di verbi e a-sillabe
versate
nel caffè del ri-sveglio.
Vincenza Fava