Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

sabato 4 febbraio 2012

Perdono

Credeva che ci sarebbe stato sempre un rimedio, sempre, dietro la porta, quella porta che a volte si apriva su cieli sconosciuti e poi si richiudeva sulla sua stanza pieni di ricordi e di sogni a venire. E la finestra era piena di luce, sonnambula e imprecisa, fiera e dolce come una scheggia di conchiglia frammentata dalla forza delle onde, ma pur sempre candida e levigata dall'acqua del mare. Bastava guardare fuori per colmare il biancore dell'anima: due passanti scivolavano sorridenti sulla neve fresca di un febbraio inclemente e lungimirante ad un tempo, e si aggrappavano felici l'uno all'altro credendo di tenere stretto un viaggio di sola andata. Ma il tempo richiede un ritorno, lo esige, è scritto sulla pelle degli uomini e delle donne. Ed è in quel ritorno che spingeva oltre la sua mente per annegare consenzientemente nel naufragio del perdono. Perdono di essere quel che si è, perdono per chi è quel che è e non se ne rende ancora conto. Perdono per promesse mai mantenute, navigate su un gelido filo di metallo. Perdono per per le parole omesse e quelle gridate. Perdono per la follia dell'egoismo e della paura. Perdono che rende giustizia a chi perdona, ma ancor di più a chi è perdonato.

Vincenza Fava

giovedì 2 febbraio 2012

Mezzogiorno dell’animo debutta a Padova il prossimo 23 febbraio 2012

Mezzogiorno dell’animo è la recente silloge poetica, che include anche una sezione di narrativa breve, realizzata da Enrico Pietrangeli e pubblicata alla fine del 2011 dalla CLEUP di Padova. Giovedì 23 febbraio 2012, alle ore 18, verrà presentata per la prima volta ufficialmente alla Libreria Zannoni di Padova in Corso Garibaldi - 21 (ang. Largo Europa). L’evento, realizzato con la collaborazione del Gruppo letterario “Formica nera”, prevede un intervento critico sull’opera di Luciano Nanni. Sarà presente, per l’occasione, anche l’autore che leggerà alcuni testi estrapolati dal libro. Un ulteriore intervento critico prevede anche la partecipazione della giornalista e operatrice culturale Vincenza Fava. Ci saranno, inoltre, due dei principali protagonisti delle manifestazioni ciclo-poetiche svoltesi nel corso dell’ultimo biennio, ovvero Andrea Bisighin, poeta che trova il suo campo espressivo nella bicicletta e co-organizzatore di CicloInVersoRoMagna 2011, nonché Giulia Penzo, scrittrice e collaboratrice per l’area veneta sia con CicloPoEtica 2010 che con CicloInVersoRoMagna 2011. Entrambi raccorderanno interventi mirati dalle sopramenzionate manifestazioni al libro stesso che nasce, non a caso, dall’epilogo agostano dell’ultima rassegna. Si tratta infatti di un libro che coincide con scritti realizzati, perlopiù, sull’onda della chiusura ufficiale della manifestazione dello scorso 12 agosto 2011, evento svolto a conclusione delle tappe di bicicletta e poesia, così come riportato nella stessa introduzione dell’opera. Un “ciclo” che parte da un altro biennio, quello realizzato in Sicilia, e ritorna, scandito con versi, in più parti del libro. “Con ciclo inverso e diverso, / altra ruota girerà sul verso,/ l’incompiuto giro d’una pausa / in attesa di un moto perfetto” esordisce il testo nel suo proemio. A seguire viene riportata una breve nota di lettura al libro realizzata da Liliana Arena dove, Amore e Fede, vengono posti in evidenza quali “viatici di guarigione”: “In Mezzogiorno dell’animo Enrico Pietrangeli sviscera il dolore, lo sventra e lo ricompone cercandone l’intima essenza e lo fa in prima persona, a testimonianza di un vissuto ‘esperito’ sulla propria pelle, analizzandone ogni possibile sfaccettatura, per poi giungere alla catarsi. L’autore comincia dall’atteggiamento di chi nega la possibilità di conoscerlo, mostrandosi indifferente ad esso, per poi seguirlo nella sua metamorfosi, fino a parlare di ‘contrappunto’ del dolore, penetrando la giustapposizione di più ‘melodie’ dal cui sconvolgimento simultaneo si ingenera un unitario e armonioso discorso ‘musicale’, per rimanere nell’ottica della metafora da lui utilizzata. Ne scandaglia l’anamnesi, le fobie, gli scherzi, l’esegesi, fino al suo epilogo. Pietrangeli respira il dolore alla ricerca di un baluardo esistenziale, che egli intravede nell’Amore e nella Fede, viatici di  guarigione e ai quali approda, utilizzando un linguaggio poetico che nasce da uno stato emozionale e si trasforma, spaziando dalle assonanze alle figure grammaticali e retoriche in tutte le loro sfumature, dimostrando sapienza, pienezza, ricchezza e originalità di linguaggio espressivo”.