Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

mercoledì 25 novembre 2015

Quando la bellezza è un cono gelato



Ti stanno prendendo in giro, non lo vedi? Ma forse la vanità ti ha cucito gli occhi con lo spago e poi tu che fai? Rispondi ‘grazie, ah certo, ora ho capito tutto, non è che ti piace ringraziare, ti piace conquistare e la cosa è molto diversa, pensi di essere una diva sul tappeto rosso all’uscita dell’ultimo film: sguardo ammiccante, sopracciglio scolpito, labbra fiammanti. Tutti a fotografare, tutti a chiamare, ehi, guarda qui, qui, verso di me, alza il viso, mettiti di profilo, ora cammina, ora siediti! Bambolina di gomma, bambolina che sorride con la bocca disegnata a cuore, con quel sorriso falso e innaturale! Tanto lo so che sei una povera infelice e che senza di me sei doppio zero come la farina, ahahahah! Ma come sono bravo a fare simpatiche similitudini non trovi? E poi so anche che in fondo dentro sei solo una puttana perché ti piace quando te lo dico sottovoce, ti eccita, ti schiaffeggerei fino a farti sanguinare così forse potrei finalmente vedere se il tuo sangue è veramente vermiglia passione. Ti metti i tacchi e per fare cosa? Per sembrare più alta? Ah beh cara, forse non hai capito una cosa, le altezze si raggiungono solo con l’anima, l’uomo vero è un uomo verticale, uno che dedica il proprio pensiero costantemente a Dio, all’anima, all’arte e alla poesia. A questo punto mi viene da pensare che una bella donna invece è nata solo per stare orizzontale in un mare di lussuria per farsi poi pescare dal primo venuto, come sarà che alla fine abbocca sempre all’amo, specialmente se è un amo ricco, con un’esca succulenta, ignorando il fatto chiaro ed evidente che dietro ci sono sempre bisturi affilati! Tanto lo so che mi lascerai un giorno, mica sono scemo, eh no!!! Io non sono stupido. T’ho sentito al telefono l’altro giorno, sai? Usavi quello stupido linguaggio da gatta morta e con chi? Non me lo hai detto, non me lo hai voluto dire, ma io, non essendo per natura imbecille, anzi, sono consapevole del fatto di essere molto intelligente e non è vanità questa, ma solo una constatazione di fatto, ho capito subito, ho capito che te la fai con quello lì che ti scrive buongiorno tutti i santi giorni su Facebook, quello che clicca mi piace a tutte le tue foto da modella e ti manda i cuoricini, ma non ti rendi conto che così facendo diventerai mercanzia scaduta nel giro di poco tempo? Te l’ho detto migliaia di volte: bisogna saper usare con intelligenza i social-network. Vedi me per esempio, lo utilizzo solo per pubblicizzare il mio lavoro, la mia arte. Sì arte, la chiamo così e ne vado fiero. In giro ci sono tantissimi mentecatti che pensano di essere artisti e invece nascondono solo falsità e immondizia, forse proprio come te... Ma loro mica lo sanno che l’arte è sacrificio e dedizione, è raggiungere un obiettivo più grande di noi stessi, è crederci fino alla fine, fino al midollo e tu che fai? Metti continuamente foto, pensieri sciocchi e stupidi solo per avere il consenso superficiale dei tuoi fan! E i tuoi post sul femminicidio! Non voglio neanche commentarli o guardarli, sempre questa storia: femmine uccise (di solito sempre belle gnocche, ma mi dico e mi chiedo, sempre totalmente sante e innocenti?), ma non senti come stona anche la parola? Pronunciala, anzi no, ti faccio io lo spelling: F-E-M-M-I-N-I-C-I-D-I-O. Allora, per concludere il mio sofisma, le donne stesse pensano di essere femmine niente altro che femmine. Siete voi che vi insultate da sole e poi ve la prendete con gli uomini e li accusate di razzismo, violenza, stalking e via dicendo. Al limite si dovrebbe parlare di ‘donnicidio’ esaltando la comunanza con l’omicidio, ragiona con me. Volete la parità. Eccola, si può risolvere con un termine più azzeccato. E poi è solo una mossa politica per smuovere i cuori delle donne frustrate e vittime, casalinghe belle ma inconcludenti nella vita, quelle che non hanno mai imparato l’arte di essere autentiche: una bella donna uccisa, una lacrimuccia, un po’ di pubblicità sui mass-media e un voto assicurato. Dio mio… non ti rendi conto… come mi fai pena, sì io sto sprecando tempo e voce per te, cerco di aiutarti, non lo capisci… e tu che fai? Ti guardi ancora in quello stupido specchio, eh sì pensi di essere bella e femmina! Cosa pensi di vedere, una dea santificata dalla massa dei coglioni? Non è questa la strada per andare in paradiso, povera illusa! Io ti ho dato tutto, me stesso, il mio sostegno, il mio tempo, i miei consigli e tu non mi ascolti! Eh, è il colmo questo, ma cosa devo fare con te, amore, me lo dici una buona volta cosa devo fare con te? Sì amore… dai vieni qui, scusami non volevo, che fai piangi adesso? Ma no, dai, che cosa ho detto di male… lo sai che ti amo e ti voglio solo aiutare, devi solo credere in me, tutto qua, le cose che ti dico sono solo a fin di bene, innanzitutto per te perché non voglio che tu venga considerata una donna facile, poi per darti dignità e soprattutto per noi… noi, noi, non è una parola magica? Dai, vestiti, basta con la tristezza, asciuga le lacrime e andiamo a prendere un gelato, quello che piace tanto a te e poi non dire che non ti vizio! E a proposito di gelato… ti consiglio di prendere una bella coppetta, evita il cono, non si sa mai, i ‘voyeurs’ sono sempre in agguato!

Vincenza Fava dall'antologia Sono bella ma non è colpa mia, Fusibilia, 2013

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