Lo stereo sintonizzato su Radio Capital, canzoni d’amore.
Sono in macchina e piove, faccio zapping col volante per non schiacciare i
rospi sulla provinciale. Chissà cosa gli viene in mente a questi poveri
kamikaze: vogliono andare dall’altra parte della strada, quando piove. Parecchi,
forse troppi ormai, sono a pancia in su. Magari cercavano un modo veloce per guardare
le stelle. Ma le piccole luci, i fari della notte sono nascosti. I nuvoloni
neri sono fin troppo incazzati stasera, incazzati neri e fanno i dispetti,
anche ai rospi, negandogli l’ultimo sguardo al cielo. Certo che quando il
maltempo ci si mette, non guarda in faccia a nessuno. Come quello lì che quando
mi scrutò l’ultima volta negli occhi ebbe la sfrontatezza di dire: “Io la figa
me la sudo, io” con quel sorriso ebete, di un bambinone innocente ma col
peccato d’Adamo stampato vistosamente in fronte. E io in fronte gli ci appiccicherei
un bell’adesivo, anzi no, uno striscione, come quelli che vedi volare d’estate sul
mare: “Io sono un coglione, io”. Forse il bambinone smetterebbe di fare il
coglione e un po’ di palle robuste gli spunterebbero fuori o forse se l’è
mangiate da piccolo? Bel dubbio. Ma ci sono arrivata: buona la seconda. E certo che ci vuole un bel coraggio da rospi
a intavolare certi discorsi: chissà forse pure lui voleva andare dall’altra
parte della strada o per meglio dire “tradire” in modo leggero, col sorriso in
bocca come quando rubi le caramelle della nonna, da piccolo, da nanerottolo, da
uomo di strada, da prostituto. “Ci vuole poco sapete? Basta sentirsi bambini
intoccabili col soldo in tasca e l’aplomb di chi se la cava sempre, saltando da
una figa all’altra, come quando giocavi a campana, da piccolo. Salti l’ostacolo,
no?”. Ma quello lì… quello lì, date retta a me, voleva veder le stelle come il
sommo poeta, rimirarle, toccarle e magari inzupparci un po’ il biscotto: “C’hanno
un rossetto rosso stasera! Con quella bocca a cuore… mmm… che movimento
animalesco al fondo pancia!”. Ma si era sbagliato ancora una volta. Doveva semplicemente
andare in bagno con la colite spastica che premeva da due giorni.
In fondo, basta così, m’arrendo: cosa gli vuoi dire a chi si suda la figa, mica puoi fargli capire cosa significa sudarsi l’amore… e nemmeno che le stelle non c’hanno il rossetto e non puoi inzupparci il biscotto perché… perché nella luce ci si bagna solo chi la vede.
Vincenza Fava
i poeti e gli scrittori sono dotati di una tale dose di improntitudine che pretendono di far credere a chi li ascolta o legge che stanno parlando o scrivendo d'altro anche quando parlano o scrivono (in maniera evidente) di se stessi e della loro vita. ;-)
RispondiEliminabella la sfrontatezza, che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza... ;-)
EliminaOserei quasi Bukowskiana, forse anche meglio visto che c'è un lato femminile forte e deciso che lui non aveva...
RispondiEliminasì, forse hai ragione Fabrizio, bukowskiana...
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