Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

giovedì 24 maggio 2012

La calma vastità dei flutti

Immobili, al centro del mondo, stanno lacrime di un vulcano spento. La mano tende alla luce mentre gli occhi guardano ancora indietro in cerca di un paradiso perduto. La nave ha salpato, nel porto ha lasciato ancore arrugginite di antiche memorie. Così, vele spiegate, vento propizio, si cercano le tracce in un labirinto senza fili di Arianna. Bisogna riannodare i neuroni per fronteggiare il mare aperto. Non ci sono isole su cui approdare, solo tempeste e cieli sereni temporaneamente sospesi. Si vive di poco, basta quel poco per evitare smarrimenti. Basta un sorriso, una mano tesa e una tastiera per sorvolare il mondo. Non bisogna temere il buio perché anche quando la notte è fonda una stella illumina sempre il tuo cammino. L'alba ritorna con il sole e con gli armoniosi canti di uccelli senza dimora. Così, ovunque ci sia calore, c'è anche il risveglio nell'eterno torpore del Tempo. Abbracciamo il mare, nella calma vastità dei flutti. Ogni onda ci racconta una storia e quella storia è briciola di vento senza comandi. Resistere al destino è come infangare scarpe nuove nel pozzo della paura. Ci arrendiamo al domani, senza conoscere il presente. Ci anneghiamo dentro insulse parole e non beviamo il sapore della libertà. Lì, in quel mare aperto, alzo le mie vele e cerco di raggiungere il faro che illumina la meta, mentre nulla è perduto, nemmeno il senso del fulgido traguardo.

Vincenza Fava


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