Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

martedì 22 novembre 2011

Morire di vita

E ora che hai tracciato un piccolo cielo curvo, saprai dirmi dove sono le pantofole del mio inquieto dormiveglia. L'insofferenza ha attimi di quiete apparente; là dove il mare è blu e sembra terso e senza onde, nasconde pericoli di sopravvivenza per i nuotatori. La riva è così difficile da raggiungere, serve il salvagente della pace. Morendo di desiderio di vita, si cerca di rinascere al primo colpo al cuore per rivedere nuovamente un barlume di tenerezza quando manca il calore di mani amiche. Sentire freddo non è più delirio se cerchiamo di scaldarci alla luce riflessa di una luna, nitida sorgente di malinconie verticali. Viaggiano ciechi passeggeri dell'umano relitto nei deserti di solitudine; sotto alberi tristi di piogge future, su scale di lacrime ascendenti, nelle case riscaldate da focolari indecisi sulle ragioni di affetti spenti e mortificati da fiammelle striate di silenzi vuoti ed impenetrabili. Volano biglietti di auguri strappati al vento delle confessioni insieme a foglie morte senza ali. Il viale è cosparso di nebbie nevose e la luce dei lampioni non arriverà a domani senza aver perso l'energia del peccato. Prossime stagioni ritorneranno a parlare la nostra lingua sull'asfalto dell'insicurezza. Così una nuova primavera potrà fiorire su perle di ghiaccio, sciogliendo parole incatenate alla paura della felicità.

Vincenza Fava

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