Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

giovedì 19 aprile 2012

La libertà è un gatto randagio

 Avevo un gatto randagio che faceva le fusa a venti metri di distanza, non lo costringevo ad avvicinarsi, ma l'aria della mia tranquillità lo spingeva a restare. La libertà è un gatto randagio, ama anche da lontano, ama la presenza e la costanza, ama il diluvio del cielo e la calura del sole, ama sonnecchiare sui rami di tiglio e non chiede mai perdono dei suoi confini. Così cancellavo i graffi dell'abbandono e guarivo dagli apostrofi incuranti. Avevo un marchio, era sbiadito con la pioggia, ma i chiaroscuri del tramonto lo rendevano visibile al mondo. La luce lontana del faro continuava a volteggiare nella notte e sospendeva il richiamo della civetta. Avevo bisogno di uno specchio, di un mare senza zattere per approdare all'isola per cullare il martirio del cuore. Il dono era la felicità che vibrava nell'atarassia del presente. Il dono era scoprire di essere innocenti anche quando si era colpevoli. Il dono era perdonare per amare nell'assoluto silenzio di parole deserte e colme di pace. Avevo un gatto randagio, di giorno sonnecchiava, la notte mi proteggeva dalle catene e mi donava la vista illuminata di chi sognava ancora, perdendosi nei labirinti delle stelle.

Vincenza Fava


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