Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

martedì 3 aprile 2012

Lassù qualcuno ci ama

Lassù qualcuno ci ama. Così meditava al mattino, quando al risveglio le uniche sollecitudini all'azione provenivano dai canti gioiosi di uccelli frenetici, innamorati della primavera. In quel cerchio romantico, la stagione della rinascita concludeva le metamorfosi del suo cuore che ascoltava, senza tormento, l'inno alla vita. L'inverno  era ormai alle spalle, il gelo si era disciolto, i nevai si erano incuriositi al sole e scendevano senza difese a valle per nutrire le falde di una terra arida che dall'odio impietrita, cercava l'approvazione del vivificante cambiamento. Lassù qualcuno ci ama, pensava. Era semplicemente una constatazione che dalla realtà delle cose prendeva spunto per ritornare, senza sosta, al diluvio innocente del sentimento. Non importava cosa fosse stato necessario per capire, ora tutto era lì, di fronte ai suoi occhi arresi al destino di una vita che del dolore si era fatta carico, ma che, per battiti di cuore, si era illuminata di una luce senza pari. Lassù qualcuno ci ama. Solo questo riusciva a ripetersi perché ormai era evidente che l'amore non poteva essere compreso da tutti: solo chi fosse riuscito ad abbracciare il movimento celeste di impalpabili energie, avrebbe potuto comprendere l'estasi della gioia che dall'amore trae forza, evitando cadute ingloriose nel fango dell'indecenza di chi non vede più in là del palmo del proprio naso.

Vincenza Fava

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