Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

giovedì 7 giugno 2012

Ideali

La libertà che significa unicamente indipendenza è priva di qualsiasi significato. La perfetta libertà consiste nell'armonia che noi realizziamo non per mezzo di quanto conosciamo, ma di ciò che siamo.
          Rabindranath Tagore

Ore, giorni, mesi ed anni per arrivare ad una semplice ed ovvia conclusione: è vero, siamo fango  da modellare, ma dovrebbero essere le nostre stesse mani a sagomare l'esistenza oltre il conosciuto, il visibile e l'invisibile. Oltre la madre, il padre, il figlio e l'amato, oltre le parole che a volte odorano di incrostazioni mentali, logiche senza sangue e dense di significati insignificanti alla vita. Il rispetto per l'altro è sacrificio anche del sé, dell'io e del super-io. Il rispetto per sé stessi è libertà di pensiero e di azione, di un vibrante movimento musicale interiore anche quando la danza è ferma in un punto ignoto. Per poter accedere all'armonia del doppio c'è bisogno di un'armonia solitaria, di un equilibrio che non pesa sulla bilancia del futuro, ma su quella del presente. Per poter sognare il domani bisogna saper sognare oggi calibrando il dare e il ricevere, il bene e il male, la comprensione e la fiducia. Dobbiamo scorrere limpidamente come il fiume al mare senza dighe abusive che ostacolino il vero salto. Ci si ama quando si è amati per quel che si è e non per quello che dovremmo essere. Ci si ama quando la parola quotidiana è pace e non guerra. Ci si ama quando esiste l'accettazione della condizione umana e non quando si idealizza uno stato edenico dell'esistenza. Gli ideali si scontrano sempre con il reale e con quello bisogna fare i conti. Idealizzare l'altro significa cercare di eliminare le caratteristiche spiacevoli, meno positive per renderlo simili a noi annullando la sua autentica personalità, i suoi gusti, il suo carattere, i suoi obiettivi e i suoi piaceri, creando uno stato di clonazione psicologica ed affettiva che non porterà mai alla perfetta libertà nell'amore. Donald Winnicott, psicoanalista inglese, sostiene che il gioco è sempre un’esperienza creativa e la capacità di giocare in maniera creativa permette al soggetto di esprimere l’intero potenziale della propria personalità, “grazie alla sospensione del giudizio di verità sul mondo, a una tregua dal faticoso e doloroso processo di distinzione tra sé, i propri desideri, e la realtà, le sue frustrazioni”. In questo modo, attraverso un atteggiamento ludico verso il mondo può comparire l’atto creativo, che permette al soggetto di trovare sé stesso, di essere a contatto con il nucleo del proprio Sé. E il gioco condiviso è emancipazione ed essenza di un amore realistico, libero dalle catene di un idealismo infruttuoso senza possibilità di divenire altro nell'altro da sé. 

Vincenza Fava 




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