Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

lunedì 11 giugno 2012

Scenari apocalittici ...

Trapani: il Cie della vergogna, violenza tra i cancelli colorati

Il Centro di accoglienza di Milo alla periferia del capoluogo siciliano ospita oltre 200 persone in attesa di identificazione. Non hanno compiuto reati ma dovranno star dentro fino a 18 mesi in condizioni disumane anche se la struttura è recentissima. Scontri, tentativi di fuga, botte e uso degli idranti nelle immagini esclusive girate dagli stessi ospiti con i telefonini

(La Repubblica, di RAFFAELLA COSENTINO e ALESSIO GENOVES, 11/06/2012)

Partendo dall'inchiesta di Repubblica uscita stamani ... una riflessione tra letteratura, cinema, fantascienza e profezia poetica ...
V.F

Tra i numerosi best-sellers della scrittrice inglese P. D. James “I figli degli uomini” (Mondadori, pagg. 316, € 8,40) si allontana in un certo senso dal genere detective-story tanto amato dall’autrice per avvicinarsi ai romanzi di fantascienza (tra i suoi romanzi gialli più amati: “Brividi di morte per l’ispettore Dalgliesh”, “Una certa giustizia”, “La stanza dei delitti”, “Un indizio per Cordelia Gray” e “Sangue innocente”). Nel 2006 ne è stato tratto un emozionante film per la regia del messicano Alfonso Cuarón. Si tratta di un adattamento in quanto molte sono le differenze tra l’effettivo svolgimento narrativo del romanzo e quello del film. Gli sceneggiatori quindi si sono ispirati al romanzo ed hanno apportato numerose modifiche alla storia così com’è stata costruita da P. D. James. Certamente uno sceneggiatore deve avere il dono della sintesi e dell’adattamento cinematografico, e in questo caso c’è da dire che è perfettamente riuscito, ma il romanzo ha il dono dei particolari, delle parole fluide, dense e del trasporto immaginativo.
Siamo nell’Inghilterra del 2021 (nel film ci spostiamo più avanti di alcuni anni ossia nel 2027): Theo Faron uno storico cinquantenne di Oxford inizia a scrivere un diario. Subito il lettore viene messo di fronte ad una realtà dura, morente, non a caso la prima parte del romanzo s’intitola Omega, l’ultima lettera dell’alfabeto greco e simbolo della fine. Omega sta ad indicare l’ultimo anno di procreazione dell’intera umanità; dopo il 1995 nessuno riuscirà più a mettere al mondo un figlio. Un mondo sterile, condannato all’estinzione. P. D. James riesce a tratteggiare con abile maestria ed ingegnosità narrativa uno scenario catastrofico, apocalittico. La terra sta esaurendo le sue scorte energetiche, non c’è più futuro, non ci sarà un domani sicuro e certo per l’intero pianeta. E Theo Faron il protagonista, cugino di Xan il dispotico governatore d’Inghilterra, riassume il sentimento della perdita e dell’abbandono che l’essere umano prova nel caso in cui la speranza e l’ottimismo non hanno più posto nel mondo: l’apatia, la stanchezza, la depressione, la mancanza di stimoli, l’annullamento della volontà e del desiderio, i sensi di colpa, l’estinzione lenta dell’emozione di vivere. E la cosa che sconvolge di questo romanzo è la sensazione trasmessa che tutto questo potrebbe accadere veramente in un non lontano futuro: i vecchi, peso insostenibile per una società che sta esaurendo le materie prime, sono invitati generosamente a morire con la cerimonia del suicidio collettivo denominata Trapasso, gli immigrati vivono in una sorta di schiavitù e di povertà inimmaginabile, i detenuti vengono allontanati e trasportati su un’isola in cui le condizioni di vita ci ricordano i lager nazisti. E Theo Faron vive una non vita, nel sentimento aberrante di un’impotenza che logora il seppur minimo tentativo di poter esistere a tutti gli effetti. E il confronto con le nostre società attuali è inevitabile: perché agire se tanto poi non cambia nulla? La scrittrice inglese, nota per i suoi romanzi polizieschi, riesce a far riflettere il lettore, lo induce a scrutare dentro di sé, confrontandosi ed immedesimandosi con il protagonista, lo spinge ad osservare l’effettiva realtà circostante in cui è immerso. Tutto sembra perduto, quando, ad un certo punto, avviene il miracolo: Theo Faron si risveglia nel momento in cui incontra un gruppo di ribelli che sfidano il potere del dittatore con la speranza di poter cambiare qualcosa. Sarà in particolare una donna, Julian, a donargli di nuovo la forza di vivere e il coraggio di agire. A sua insaputa Theo sarà chiamato a svolgere una missione salvifica per tutta l’umanità e con questa ha inizio la seconda parte del romanzo intitolata Alfa simbolo dell’inizio e della nascita: Julian è incinta, porta in grembo il futuro dell’essere umano e della sua vita sulla terra. Dalla morte alla vita, dal sentimento apocalittico alla rinascita fisica e spirituale. Dopo una serie di avventure e di incessanti eventi imprevisti, Theo riuscirà nella sua missione cioè salvare Julian ed infine il suo bambino, simbolo di speranza e di amore in un mondo alla deriva.
Oltre al confronto con la realtà in cui viviamo, il romanzo ci dona anche una consapevolezza quasi religiosa e mistica dell’esistenza umana. Il percorso e il sentimento di Thanatos, la morte, fardello (o dono, chi lo sa) incancellabile e perenne, è un mezzo attraverso il quale l’uomo potrebbe faticosamente e coraggiosamente percepire la grandezza e la straordinarietà della vita.

Vincenza Fava

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