Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

sabato 10 dicembre 2011

Un bel tema chiamato Amore

Il treno permette sguardi, permette di capire tante cose: riflessioni, osservazioni, una miriade variegata di umanità nella quale finiamo per riconoscerci e conoscere  aspetti presenti e passati della nostra personalità in quella vetrina chiamata mondo. Così mi ritrovo accanto ad una giovane ragazza ventenne, di fronte il fidanzatino, con uno strano sorriso stampato sul volto. Lei non parla, ha gli occhi curvi sulla Settimana Enigmistica, ma si capisce che non sta facendo nulla, legge i cruciverba in modo assente, non scrive risposte, ha la mente da un'altra parte. Lui continua a fissarla, sguardo inebetito e ancora sorridente, come un bambino che ha rubato la cioccolata e sopporta giustamente il castigo della mamma silenziosa che non dà più attenzioni perché è arrabbiata e la sua rabbia sta per esplodere da un momento all'altro. L'aria si fa sempre più tesa. Io chiudo gli occhi, quasi m'addormento quando all'improvviso una specie di grido soffocato mi fa risvegliare dal torpore in cui ero caduta. Lei sta parlando velocemente, è rossa in viso, vorrebbe gridare, ma la mia presenza la disturba e costringe la sua rabbia a restare ingabbiata dentro una voce bassa, perentoria, indiscutibile: "Sei un egoista, lo sapevo io che eri un egoista! Eppure dovevo aspettarmelo da te, no? Mi hai fatto aspettare mezz'ora alla stazione da sola e tu ... tu con la valigia già pronta, preparata innocentemente dalla mammina preoccupata... ti sei pure alzato tardi... lo sapevo che ti piaceva dormire, ma ti piace SOLO dormire, per il resto, io... io potevo pure partire da sola perché tanto a questo punto, non te ne sarebbe fregato un gran che!!!! Ti odio, egoista, egoista, egoista!!!!". Lui non replica e continua a guardare come un pesce dentro l'acquario, sicuramente sta osservando il labiale della ragazza ma non ascolta le parole, l'acqua attenua le onde sonore... E la cosa strana è che quel sorriso inebetito è ancora stampato sulla sua bocca. Abitudine? Consapevolezza? Senso di colpa del bambino cresciuto? Indifferenza? Nuovamente silenzio. Tutto tace. Il silenzio si rompe con un piccolo gesto: lui sfiora le gambe di lei con i suoi piedi per riattivare una comunicazione azzerata dalla rabbia. Vedo la maturità di lui, la fanciullezza sfrontata di lei che a questo punto accenna un sorriso. La principessa si è calmata e ora ha ottenuto l'attenzione ricercata con la maschera della voce autoritaria. E affiorano ricordi nella mia mente. Già so dentro di me che i ragazzi purtroppo non andranno molto lontano, la loro storia è segnata da infantilismo, da prove di vita che non è ancora vita, stanno sperimentando un falso approccio perché dentro sono ancora vuoti, c'è tanto spazio da riempire e lo stanno riempiendo sbagliando, procedono per errori e l'errore è necessario per comprendere. Ora è tutto acqua passata, anzi cominciano a scherzare divertiti e si mettono a giocare a carte: quel gioco diventa ben presto il loro gioco d'amore, di amore e potere... discutono se uno perde e l'altro vince e viceversa. Dopo l'ennesima partita vinta lei, protetta da un sorriso sarcastico, afferma: "Ti ho battuto, caro mio, non mi stupisco, accettalo, lo devi accettare, anzi, sai che ti dico? Sarò io a lasciarti...". E lui, sulla difensiva, con un sorriso amaro: "Eh no! Se qualcuno qui se ne deve andare, quello sono io... no eh... almeno lì fammi vincere!!!". Dentro di me sorrido, mentre memorizzo parole e sguardi. Il mio sorriso è consapevolezza di chi ha vissuto già quelle scene e sa che non è la strada giusta per la felicità e per l'amore. No, ragazzi ... questo non è amore, questo è solo una brutta copia... riguardate bene il compito assegnato. Ve l'avrà detto in passato a scuola l'insegnante che quando si fanno componimenti in classe, bisogna leggere bene il titolo per non andare fuori tema e solo dopo aver letto e riletto un sacco di volte in cerca di eventuali errori, potrete scrivere la bella copia! E... attenzione agli errori di sintassi, sono i più difficili da digerire... ve lo dico io che di errori ne ho fatti tanti, eppure oggi sono riuscita a comporre un bel tema...

Vincenza Fava

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