Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

giovedì 6 ottobre 2011

Anemos di Mirna Manni

Sabato 10 settembre alle ore 18.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania grande successo per il vernissage della personale “Anemos” di Mirna Manni, con l’intervento del critico d’arte Luciano Marziano. L’artista tuscanese, dopo alcuni anni e dopo aver partecipato a varie manifestazioni in tutta Italia, ritorna ad esporre nel proprio paese con una mostra intensa e densa di significato. Mirna Manni ci propone una serie di sculture in argilla, elemento materico a lei più affine, che ci avvicina ai quesiti fondamentali dell’esistenza umana e ci conduce  ad una interpretazione misterica dello Spazio e del Tempo attraverso un dialogo continuo tra forme piene e forme vuote, tra vita e morte, tra presenza ed assenza, tra bianco e nero. Partendo da una “nuvola di bozzoli bianchi”, l’artista ci accompagna visivamente nell’universo delle sue creazioni, parvenze ed immagini della propria anima, in cui la Natura, intesa come principio ed origine di ogni cosa, ha un ruolo predominante. Il bozzolo e poi il seme chiuso, simbolo della vita in fieri, attendono la metamorfosi, lo schiudersi repentino e fragile di un’esistenza che trova nel respiro la certezza dell’esser-ci. Di qui le forme piene appese rigonfie di alito vitale reso magicamente dalla sospensione e dalla leggerezza di un impercettibile movimento dei fili che sostengono precariamente la “nostra vita quotidiana” affidata simbolicamente ad una inquieta semi-stasi che attende la trasformazione di una Morte resa matericamente e spazialmente da forme sgonfie declinate al suolo. Questo apparente dualismo binario delle forme si ritrova nei pannelli con sculture bianche e nere, dove il bianco è metafora della pienezza assoluta della luce e quindi della vita, mentre il nero assoluto è simbolo della morte e quindi del Nulla, del vuoto. Apparente dualismo perché in fondo l’artista con le sue sculture intende comunicarci l’unione imprescindibile di vita e morte nella loro mistica e misteriosa ciclicità; di qui il senso di una profonda appartenenza dell’esistenza al divenire e alla melodiosa poetica dell’eterno ritorno. Le sculture di Mirna Manni possiedono lo spazio oscillando e sospendendo ogni forma di giudizio, suggeriscono incontri con il proprio vissuto, sono intrise di gioia, di dolore e soprattutto di memorie. I ricordi, fondamento principale di ogni certezza esistenziale, diventano oggettuali, s’incarnano nella materia, nella creazione di forme surreali che invitano lo spettatore a proiettare il visivo nello spazio della propria interiorità per scrutarsi e quindi scrutare il meraviglioso dono della vita, soffio di leggerezza spirituale e altrettanto pesante sgomento nel decadimento della carne. Eppure la speranza della luce è sempre sottesa, è sempre unita alla visione di una Luce finale che abbaglia e gratifica il doloroso cammino dell’essere umano, viaggiatore e nomade in un mondo enigmatico, incomprensibile alla nostra mente. Ed è proprio l’artista, l’artigiano, il creatore di nuove rivelazioni emozionali che può cercare di restituire un significato fecondo alle domande poste dalla “persona”, dalla maschera che avvolge quell’involucro sacro che è il nostro corpo. In questa nuova e struggente mostra, la scultrice, all’infinito amore per gli elementi naturali tramutati in sensuali argille fiorite (un erotismo panico che attraverso l’uso della terra ci avvicina ad una attrazione atipica verso ogni profilo esistenziale), aggiunge una meticolosa ricerca sul corpo e sulla mente umana: sezioni anatomiche, maschere di volti cesellati e inscritti in contenitori materici. Mirna Manni dialoga con sé stessa rendendoci partecipi delle sue intuizioni: il filo della memoria lega ogni vicissitudine, ogni evento che sorprende nella sua inquietante casualità. Impermanenza e precarietà trovano nei ricordi affettivi un punto d’incontro con l’essenza dell’anima stessa. Il viaggio dell’artista è proteso alla decantazione dei propri residui inconsci per poi esternarli e renderli contenuti profondi di eterea bellezza. Contenuti visivi che rispecchiano le emozioni, i pensieri  e i dubbi esistenziali di ogni essere umano. La risposta è solo nella Bellezza delle creazioni di Mirna Manni, una sapiente scultrice che riesce ad ammaliare lo sguardo e lo spirito di chi sa vedere oltre l’apparenza delle Forme. Mail: magazzinidellalupa@libero.it


Vincenza Fava



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