Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

mercoledì 12 ottobre 2011

Sulla riva

Era sulla riva del mare che dimenticava le avventure della vita, sognando antilopi lunari sorrette da nuvole di stelle. Su quella riva aveva trascorso serate indimenticabili, aveva consolato la tristezza e adagiato i sogni sulle costellazioni del pensiero. La nudità del corpo era un riflesso della sua mente, nessun senso di pudore nell’annullamento completo dei sensi nelle acque infinite dell’oceano del mondo. Apparentemente stanca, sembrava inghiottire il silenzio in una stasi di parole recitate a memoria come se stesse rammemorando le stagioni passate per ridurle a grumi di senso, quel senso che fortemente stava sfumando sulle gocce d’acqua scivolate sulle sue mani e senza ritorno. Era tornata su quella riva per apprendere la sonnolenza della vita che scorreva ancora nelle vene, ma che presto avrebbe preso un’altra strada … Allora fissava l’orizzonte rosaceo di una fresca sera di settembre, quando le ombre avanzano più velocemente da ovest e la luna appare in veste luminosa, grande e pallida sorgente di eterno sollievo. Forse nulla era perduto, forse la vita poteva ancora contare i giorni andati e quelli a venire, nonostante parole scritte, anamnesi e terapie d’urto che avevano indebolito il suo involucro temporaneo fino a farlo restringere come un tubetto di dentifricio spremuto da una mano forte e indifferente. Non ne era però uscita ancora la sua anima, attaccata prepotentemente all carcassa di un naufrago che ha ormai perso la propria zattera.
Vincenza Fava


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