Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

martedì 18 ottobre 2011

Tempo e Spazio

Spesso si soffermava a pensare a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva rivolto lo sguardo al cielo cercando i segni di altre esistenze. L'ultima volta era stata una sera d'estate, in completa solitudine sulla riva del mare, intenta ad osservare il cielo sopra di sé. Era l'ora del tramonto quando all'orizzonte i colori del sole sembrano un arcobaleno sereno che avvolge le membra stanche ormai di pensare troppo. Ed era a furia di pensare che, si rendeva conto, non era arrivata da nessuna parte. Doveva abbandonare la razionalità a volte soffocante, a volte in perdita costante, a volte minata da visioni gigantesche di tragedie immani, impossibili da risolvere. In quel tunnel disarmante era entrata troppe volte e troppe volte ne era uscita fortunatamente illesa e soprattutto ne era uscita più forte di prima, capace di descrivere il mondo, le sue emozioni e tutto ciò che la circondava in poche parole. Ed in quella solitudine, in quella stasi apparente, comprese che i brividi dell'esistenza erano un'illuminazione in grado di sorreggerti per pochi istanti per poi abbandonarti nuovamente al delirio e all'impotenza di poter dare una spiegazione logica a ciò che logico e razionale non è. Era una lotta all'ultimo sangue tra il bianco e il nero, tra il bello e il brutto, tra il buono e il cattivo, tra il giusto e l'ingiusto. Si struggeva di non riuscire a comprendere quell'Uno a cui tanto aspirava, presente per un millesimo di istante e poi lontano giorni, mesi e anni. Faticava a comprendere il motivo di tanta incostanza, forse era la sua incostanza, la sua incapacità di restare ferma nel movimento continuo di un'esistenza che girava vorticosamente intorno a lei senza darle la possibilità di capire in modo totale. Capiva, questo sì, la miseria di una vita, un briciolo di tempo di fronte all'immensità dello spazio che l'avvolgeva. Ma l'infinità dello Spazio la portava continuamente verso l'infinità del Tempo. E guardando le stelle comparire nel cielo, si chiese se tutte le domande non avessero infine un'unica risposta che non era nel cercare, ma semplicemente nell'osservare la tenera espansione del suo animo verso l'infinita grandezza dell'universo.

Vincenza Fava

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