Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

venerdì 14 ottobre 2011

Bla bla bla

Meno male che il tempo passa, passa e ti istruisce. Se fosse un eterno istante e tutto volgesse all'infinito su questa terra, non imparerei ad amare l'incertezza e l'effimera presenza della carne. Meno male che ci sono occhi per guardarti dentro e capire ciò che sta fuori. Meno male che impari a vivere di te stessa. Meno male che sono umana con tutti i miei pregi e i miei difetti. E meno male che esiste l'amore universale, perché è ovvio solo l'amore innocente e disinteressato ti dona la felicità. Non sopporto le madri che amano solo i propri figli senza donare uno sguardo amorevole a tutti gli altri che incontrano, pensando solo che siano un pericolo per la sopravvivenza dei propri. Questo non vuol dire essere genitori amorevoli, significa solo insegnare l'egoismo delle proprie catene. Non sopporto chi ti umilia solo per sentirsi superiore, non sopporto l'indifferenza calcolata, non sopporto le amicizie superficiali e le frasi stereotipate che si usano per convenienza e per buona educazione, meglio il silenzio. Bla, bla, bla, bla, bla, bla....E allora il rumore di tanto vocìo ed inutile parlare si calmerebbe e tutto volgerebbe al vero significato delle parole, perché una parola ripetuta mille volte e sempre allo stesso modo perde ogni significato, rimane il vuoto, un vuoto che colpisce la tua sensibilità che trova spazio e libertà solo nella costruzione di immagini interiori. Questa è la mia felicità, la mia poesia, il suo significato: giocare con le parole, farle saltare una ad una, scomponendo e ritraendo le mie emozioni, il mio pensiero e la mia follia.

Vincenza Fava

Nessun commento:

Posta un commento