Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

venerdì 21 ottobre 2011

Uovo trasparente

Lo vedi sì? Sono una bambola, una bambola che sorride, acqua, fuoco, denti e ossa, sull'ultimo gradino ho riposto il mio vestito, per prenderlo devo sporgermi e salire. Lì su quelle scale son caduta sulla polvere dei centimetri che annullano la matematica dei pensieri. Ho appreso l'alfabeto degli uomini quando ho sentito la pelle asciugarsi al sole e arrendersi alle luci della notte. Non capisco il fresco vuoto, non mi desto al biasimo della mente. Sono qui, mi vede lo specchio che mi rimanda ad un ritaglio di giornale, spensierato destino dalle candide acque viola del mio umore. Un'altalena che gioca con le dita del bambino, un piccolo frammento di uovo trasparente, un cucchiaio sul davanzale del domani per raccogliere i cocci di cenere che ho spento sul mio corpo. Ho appreso a camminare nei cerchi di grano, nella campagna spudorata, senza ansietà di buona condotta. E lì mi sono abbandonata ai primi diluvi primaverili quando i cieli dipingono schermaglie di verde speranza. Non colmavo il bisogno, chiedevo profetiche parole per parlare con gli dei dell'emiciclo, con i papaveri delle donne curve sui telai, con le braccia dei servi della Terra.
Vincenza Fava

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