Binari storti

Binari storti
Binari storti (LietoColle, 2015)

venerdì 28 ottobre 2011

Assenza

La condizione di alcuni esseri viventi ... la condizione dell'uomo, la condizione degli animali, a volte troppe analogie ci fanno pensare che in fin dei conti la vita è importante per tutti e che nessuno è esente dal dolore dell'assenza.

Teddy stava buono, aveva imparato a stare buono, in quei quattro metri quadrati che ormai erano diventati la sua casa ...  da quando era nato, sì ma quando? Ricordava a malapena il volto di sua madre, il caldo coccolio del morbido ventre e non rammemorava i suoi colori ormai sbiaditi ... oppure, forse, il suo mondo era stato sempre in bianco e in nero? Non ricordava, no che non poteva ricordare ... il cielo aveva cambiato tinta un sacco di volte durante quel tempo, anche se non sapeva cosa fosse il tempo, non gli era dato modo di sapere, ma conosceva le sfumature ... il nero-blu della notte acerba, il rosa ambrato dell'alba, il bianco e fulgido candore di un cielo estivo di mezzogiorno, il grigio nebbioso di un mattino autunnale e la luce accecante della neve di gennaio. Solo questo gli era dato di sapere, solo quello che poteva osservare da quell'angolo nascosto di mondo. E un pasto lo aveva, una volta al giorno; quella signore gentile, vestita coi soliti panni di tutta una vita, glielo porgeva amabilmente ed una carezza riusciva ad ottenerla, bastava scodinzolare per una decina di minuti, da quando si apriva il cancello di quel triste luogo che era la sua casa ... sì ... per tutto il tempo della sua piccola vita ... ma che cos'era la vita e che cos'era il mondo ... era tutto lì in quei quattro metri quadrati che conosceva alla perfezione. La sua cuccia troppo calda d'estate e troppo fredda d'inverno, lo accoglieva come un vecchio involucro moribondo. Spesso arrivava gente nuova, c'erano anche dei bambini! E ogni volta sperava che fosse la volta buona per avere una famiglia, una casa accogliente, cibo caldo da masticare beatamente, carezze colme d'affetto che non chiedevano niente altro in cambio se non un abbraccio di coda, un sorriso di baffi ... Ma nessuno lo voleva, forse era il suo aspetto fisico che non andava, forse era quella macchia nera sul muso, forse erano le sue gambe troppo corte o forse o forse ... mah misteri, non andava. Basta. Non c'era altro da aggiungere. Non andava affatto. Doveva accettare, doveva rassegnarsi. Tuttavia, l'unica cosa che non sopportava era il fatto di non riuscire a capire perché fosse nato se non poteva fare ciò per cui era nato ... amare ... amare qualcuno ... solo qualcuno ... non avrebbe chiesto altro e perché, si chiedeva, è così difficile amare se è l'unica cosa che conta, l'unica cosa che avrebbe voluto fare, l'unica cosa che avrebbe dato un senso alla sua vita. Ma allora è vero che gli esseri umani hanno così bisogno d'amore come dicono di avere? Allora è vero che hanno così voglia di amare come dicono di volere? Forse sono nato in un mondo sbagliato, pensava, il mondo degli esseri, semplicemente esseri con niente di umano. Altri suoi simili, adottati e comprati, avrebbero detto il contrario, lui no, non poteva affermarlo perché questa era la sua vita, questa la sua casa, questa la sua assenza nel mondo degli esseri e non poteva credere in ciò che non aveva ma solo in ciò che sentiva: assenza, una lunga e perdurante assenza che lo avrebbe accompagnato fino al momento in cui non si sarebbe ricongiunto al morbido ventre di sua madre ... unico affetto, unico amore della sua inutile esistenza. E la grande tragedia è che questa è la condizione dell'essere ... animali o umani, per molti è così ...

Vincenza Fava

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